Agli inizi del ‘900, i gemelli Manlio ed Erminio Pirovano, poco più che adolescenti e già considerati degli ottimi disegnatori, decisero di lasciare Milano per trasferirsi a Torino. In quel periodo il capoluogo piemontese era considerato il centro della cinematografia italiana, dove si sviluppò l’arte del manifesto cinematografico su pietra litografica. Non passò molto tempo prima che i due giovani Pirovano si affermassero come i migliori cromisti sul mercato sia italiano che estero. Questo permise loro di ottenere la stima di artisti quali Mauzan, Dudovich, Nizzoli, Sacchetti, Seneca e Boccasile, i quali affidavano con fiducia la riproduzione su pietra delle loro opere, consapevoli che una cattiva interpretazione cromatica avrebbe potuto stravolgere tutta la bellezza della loro arte creativa.
Con la fine della prima guerra mondiale, Torino perse gradualmente questa egemonia e per i gemelli Pirovano fu inevitabile un ritorno a Milano, che nel frattempo confermava il suo ruolo di capitale commerciale. Nel 1937 all’arte si unì la capacità imprenditoriale che portò i Pirovano non solo a riprodurre ma anche a stampare in proprio le loro opere.
Il primo investimento fu subito una macchina da stampa Planeta che nel formato 100×140 permise loro di orientarsi non solo nella stampa delle affiches, cosa che li rese famosi, ma anche di affacciarsi alla sempre più diffusa stampa “commerciale”.
La Rinascente, Borletti, Mondadori, Olivetti e Venchi Unica sono solo alcuni dei grandi nomi che si affidarono a loro.
Purtroppo la volontà di interrompere l’attività durante la seconda guerra mondiale, al termine del conflitto, li costrinse a rimettersi in gioco ripartendo da zero.
I tempi erano cambiati e all’arte litografica si affiancò, con sempre maggior vigore, la fotolitografia. Questa portò l’azienda a concentrarsi anche sullo studio di prodotti chimici brevettati e tecniche di incisione lastre, esportate addirittura oltre Manica.
Risale a questo periodo l’inizio del sodalizio con il grande Armando Testa, dal quale presero vita i famosi manifesti realizzati per marchi come Borsalino, Carpano, Facis, Pirelli e Baratti.
Alla semplice stampa commerciale, si è aggiunta con il tempo, anche la produzione di articoli in cartotecnica, i quali hanno permesso al figlio di Giorgio, anch’esso entrato in azienda, di continuare ad essere un punto di riferimento non solo per la qualità della stampa, ma anche per l’intero prodotto finito.
Questa caratteristica, molto apprezzata all’estero, ha permesso di incrementare le esportazioni e di far conoscere il nome Pirovano a tutte quelle aziende alla ricerca della massima tecnologia e qualità, accompagnata da quel tocco di artigianalità che rende da anni il “Made in Italy” famoso nel mondo.
La quarta generazione dei Pirovano, con il figlio di Manlio, Giorgio, è pronta per continuare questa sfida.
Sono trascorsi oltre 90 anni dai primi poster riprodotti dal fondatore, ma passione, dedizione e innovazione continueranno a motivare l’azienda verso la ricerca dell’eccellenza.